Il progetto di dedicare una mostra a Francesco Novati risale a Dante Isella che una trentina di anni fa avrebbe voluto organizzarla presso la Biblioteca Braidense.
A oltre otto anni dalla scomparsa dell’impareggiabile studioso della letteratura lombarda è sembrato che l’iniziativa, rimasta senza seguito, fosse ancora attuale e meritevole di essere ripresa nel primo centenario della morte (1915) di uno dei maggiori eruditi italiani tra Otto e Novecento. In realtà la definizione di “erudito” sta troppo stretta a Novati. Anche se oggi il suo nome poco o nulla dice se non agli specialisti, Novati fu un protagonista della cultura a Milano nella cosiddetta belle époque. Nato a Cremona, entrò nel 1876 alla Scuola Normale Superiore di Pisa, dove seguì con passione le lezioni di Alessandro D’Ancona. A soli ventiquattr’anni fu cofondatore del «Giornale storico della letteratura italiana» (1883) e incaricato di letterature neolatine all’Università di Milano dove si insediò stabilmente al principio degli anni Novanta. In quegli stessi anni diventò vicepresidente del consiglio di amministrazione del quotidiano moderato «La Perseveranza», al quale collaborò assiduamente, insieme al «Corriere della Sera». Perfettamente a suo agio nei salotti della classe dirigente milanese, Novati fu non solo un grande studioso dai molteplici interessi, ma anche un attivo organizzatore culturale in vari campi. Nel 1896 promosse il Comitato milanese della Società dantesca italiana, nel 1899 divenuto presidente della Società storica lombarda, ne diresse la rivista, l’«Archivio storico lombardo» e nel 1903 fu eletto preside-rettore dell’Accademia scientifico-letteraria di Milano.
Collezionista e appassionato connaisseur d’arte, Novati fu sempre attento alla salvaguardia del patrimonio artistico milanese (contro la demolizione della pusterla dei Fabbri e della chiesa di San Raffaele, contro il progettato spostamento delle colonne di San Lorenzo). Non meno importante fu la sua attività nell’Associazione per lo Sviluppo dell’Alta Cultura Milanese, fondata nel 1911 per promuovere lo sviluppo e il completamento di tutti gli Istituti Superiori esistenti.
La mostra, allestita nel Salone Maria Teresa, è stata realizzata grazie al contributo scientifico di studiosi e nasce dalla collaborazione della Biblioteca Braidense e della Società Storica Lombarda che conservano il materiale librario e archivistico proveniente dalla collezione privata di Francesco Novati.
Articolata in 15 vetrine, la mostra segue in ordine cronologico la biografia intellettuale di Novati, basandosi anzitutto sul copioso materiale d’archivio, e si sofferma su alcuni temi: i rapporti con gli studiosi contemporanei, i lavori più importanti nell’ambito della filologia romanza e, più in generale della medievistica, l’ambiente letterario milanese e italiano (da Giacosa a D’Annunzio).
Particolare attenzione è stata rivolta alle due opere maggiori, alle Origini, di cui si espongono significativi documenti della complessa e travagliata elaborazione, e l’Epistolario di Coluccio Salutati. Naturalmente non poteva mancare una vetrina dedicata ai suoi studi su Dante, Petrarca e Boccaccio. Le altre sezioni riguardano aspetti forse meno centrali, ma non per questo di secondaria importanza: la parte svolta da Novati in riviste scientifiche e anche di alta divulgazione, gli interessi nella storia dell’arte e dell’iconografia, i rapporti con le arti popolari, il libro su Stendhal e l’edizione incompiuta del Carteggio di Pietro e di Alessandro Verri, la sua attività nelle istituzioni milanesi.
Costo del biglietto: Ingresso libero
Prenotazione:Nessuna
Luogo: Milano, Biblioteca Nazionale Braidense di Milano
Città: Milano
Indirizzo: Via Brera, 28
Provincia: MI
Regione: Lombardia
Orario: Dal lunedì al sabato, dalle ore 9.30 alle 13.30. Chiusa domenica.
Telefono: +39 02 86460907
Fax: +39 02 72023910
E-mail: b-brai@beniculturali.it mbac-b-brai@mailcert.beniculturali.it
Sito web: http://www.braidense.it