Francesco Scaramuzza (1803-1886), autore di una delle versioni iconografiche della Divina Commedia più aderenti al testo dantesco, dal 1841 al 1858 affrescò, con intonazioni romantiche, con la tecnica dell’encausto, la Sala del Bibliotecario della Biblioteca Palatina di Parma, ora denominata #Sala di Dante, con soggetti ispirati ad alcuni dei personaggi delle tre cantiche scritte dal Sommo Poeta. I soggetti che si susseguono sulle pareti e sui settori della volta sono: L’incontro di Dante e Virgilio con i poeti, Aristotele seduto tra i filosofi, La Divina Clemenza e Lucia tra cori di angeli e vergini, Lucia e Beatrice, un Coro di Angeli e un Coro di vergini, Dante uscito dalla selva, Dante accolto da Virgilio, Virgilio e Dante sulla porta dell’Inferno e Caronte. Gli atteggiamenti e gli attributi iconografici dei personaggi, nonché le ambientazioni, sono tesi a sviluppare la pietas di chi li osserva e pertanto a valorizzare il messaggio dantesco.
L’encausto è una tecnica pittorica nota nell’antichità ad Egiziani, Greci e Romani, apprezzata fino al VII sec. d.C.; ne danno notizia Plinio il Vecchio, Plutarco e Giovanni Crisostomo. Secondo interpretazioni accreditate, nell’antico encausto i colori misti alla cera fusa, insieme ad altri componenti, erano applicati mediante la vicinanza di una fonte di calore. Nelle fonti l’encausto è sempre associato all’utilizzo su pittura da cavalletto, come nell’esempio dei ritratti funerari egiziani del Fayyum, mentre nella pittura murale si deve parlare più correttamente di encausticazione, pratica attestata da Vitruvio, consistente nella stesura di una vernice a fini protettivi. Secondo Plinio i pigmenti misti a cera punica erano modellati e fusi con una spatola riscaldata, per essere poi applicati sul supporto in piccole porzioni. Anche Leonardo Da Vinci volle sperimentare l’encausto per battere Michelangelo sugli affreschi commissionati per Palazzo Vecchio a Firenze, ma quasi certamente sbagliò l’impasto e perse l’opera che si sciolse. Gli studi delle tecniche artistiche legate all’encausto proseguirono anche nell’Ottocento, attraverso lo studio delle fonti e l’osservazione delle componenti chimico fisiche delle opere.
Costo del biglietto:
Prenotazione: Nessuna
Luogo: Parma, Complesso monumentale della Pilotta - Biblioteca Palatina di Parma
Orario: nessuno
Telefono: +39 0521220445
E-mail: cm-pil@beniculturali.it