Nella Giornata Mondiale del Libro non possiamo dimenticare che gli Etruschi ebbero un ruolo culturale di primo piano nell’Italia antica.
Tito Livio nelle sue Storie (IX, 36,3) ricorda come i Romani ancora nel 310 a.C. avevano l’abitudine di far studiare i loro figli a Caere, allo stesso modo in cui più tardi li avrebbero mandati ad Atene o a Rodi. Le fonti greche e romane menzionano più volte i libri etruschi, ma si riferiscono specificamente ai libri dell’Etrusca disciplina che contenevano i precetti alla base della religione etrusca. Di tutto il “patrimonio librario” etrusco nulla si è salvato, con una sola e affascinante eccezione.
Vogliamo raccontarvi la storia straordinaria di quello che è considerato il più antico libro d'Europa: il liber linteus Zagabriensis. Il nostro Museo si stava preparando ad accoglierlo per una mostra che abbiamo dovuto rimandare inevitabilmente e che ci auguriamo presto di riprogrammare.
Fra il 1847 e il 1848 il viaggiatore sloveno Mihail Bari? acquistò in #Egitto una mummia, che dopo la sua morte venne donata al Museo Archeologico Nazionale di Zagabria dove ancora oggi è conservata. La mummia femminile, di una donna di circa 30-40 anni, deve la sua fama alle bende che l’avvolgevano. Su queste spiccavano infatti delle iscrizioni in una lingua che solo nel 1892 fu riconosciuta come etrusca dall’egittologo Jacob Krall.
Fu una scoperta storica.
Si tratta dell’unico esempio di testo scritto su lino di tutta l’Antichità - in latino liber linteus - che sia giunto fino a noi ed è anche la più lunga iscrizione etrusca conosciuta. Sono ignote le circostanze che portarono l’oggetto dall’Etruria all’Egitto, né sappiamo esattamente quando o perché abbia perso la sua funzione.
La datazione stessa delle bende, che sono più antiche rispetto alla mummia, non è facile da determinare, e di soli-to viene posta fra il IV e il III secolo a.C.
E' composto da circa 1130 parole, scritte da destra verso sinistra e impaginate in dodici colonne di ampiezza variabile. Il liber era lungo in totale circa 340 centimetri ma era alto solo 35 e venne poi ritagliato in sei lunghe strisce regolari (cinque delle quali si sono conservate, ma nessuna è rimasta intera) per avvolgere la mummia.
La decifrazione del contenuto non è ancora priva di problemi, ma si tratta certamente di un testo a carattere sacro, identificabile come un calendario rituale che riportava i giorni in cui era necessario compiere determinati riti e sacrifici, a quali divinità bisognava dedicarli e come bisognava svolgerli. Questo tipo di testo doveva appartenere alla dotazione di un sacerdote etrusco e forse arrivò in Egitto viaggiando insieme a lui.
In ogni caso fu un viaggio fortunato poiché ne ha permesso la conservazione.
Grazie a Vittoria Lecce, funzionario archeologo del museo, per il racconto.
Data Inizio: 23 aprile 2020
Data Fine: 09 giugno 2020
Costo del biglietto:
Prenotazione: Nessuna
Luogo: Roma, Museo nazionale etrusco di Villa Giulia
Orario: temporaneamente chiuso
Telefono: +39063226571
E-mail: mn-etru.comunicazione@beniculturali.it
Sito web
Data Fine: 09 giugno 2020
Costo del biglietto:
Prenotazione: Nessuna
Luogo: Roma, Museo nazionale etrusco di Villa Giulia
Orario: temporaneamente chiuso
Telefono: +39063226571
E-mail: mn-etru.comunicazione@beniculturali.it
Sito web